MONEYBALL: VINCERE NEL BASEBALL CON NUMERI, CERVELLO E... FICHI SECCHI
- maximminelli
- 5 giu
- Tempo di lettura: 11 min
Scopriamo la rivoluzione di Billy Beane che, con sabermetrics e un budget limitato, ha sfidato le convenzioni del baseball, cambiando per sempre la MLB

Premessa necessaria. Dopo innumerevoli anni di cinema americano e serie televisive USA, il baseball continua a rappresentare per me un mistero impenetrabile. Riesco a comprenderne solo i meccanismi basilari: lanciare la palla e colpirla con la massima forza possibile utilizzando una mazza da baseball, con la speranza che raggiunga la distanza maggiore.
Negli Stati Uniti e in alcune altre nazioni (come Giappone, Venezuela e Cuba), il baseball è uno sport nazionale e trascende la dimensione sportiva per diventare una vera e propria religione, esattamente come il calcio europeo in numerosi Paesi. In Italia baseball rimane sostanzialmente uno sport di nicchia, nonostante la nazionale italiana e le squadre di club abbiano ottenuto anche rilevanti successi a livello internazionale.

Ritorniamo agli USA, dove, particolarmente ai vertici del professionismo nella cosiddetta Major League Baseball (MLB), questo sport rappresenta un imponente business multimilionario. Come in altre discipline, le formazioni professionistiche della MLB sono organizzate in modo articolato, impiegando molteplici figure professionali oltre allo staff tecnico e agli atleti professionisti.
Una prospettiva approfondita e lucida all'interno di questo universo viene offerta da uno straordinario film del 2011, "L'arte di vincere - Moneyball", diretto da Bennett Miller e interpretato da un carismatico Brad Pitt nel ruolo di Billy Beane, general manager Oakland Athletics dal 1998 al 2015. Si tratta di una pellicola sportiva che ha catturato l'interesse non soltanto degli appassionati di baseball, ma anche di chiunque sia attratto da narrazioni di innovazione sportiva e sfide contro convenzioni consolidate, conquistando sei candidature all'Oscar, comprese quelle per il miglior film e quelle per Brad Pitt (Miglior attore protagonista) e Jonah Hill (Miglior attore non protagonista).
La pellicola celebra Beane e il suo approccio rivoluzionario nella gestione del baseball attraverso un'applicazione geniale della cosiddetta Sabermetrics, l'analisi statistica per ridefinire completamente il modo in cui le squadre di baseball costruiscono i propri roster per il campionato MLB: la storia viene sviluppata combinando elementi caratteristici dei film sportivi su atleti svantaggiati con i dialoghi serrati dello sceneggiatore Aaron Sorkin.
La genesi di una rivoluzione
Acclamato dal grande successo di pubblico, il film di Miller è basato sul libro "Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game" di Michael Lewis, scrittore americano di grande successo. La pellicola racconta la vera storia Oakland Athletics e del loro visionario general manager, che amministrò la squadra dietro le quinte per quasi due decenni.

Data la scarsità di risorse economiche della sua formazione, Beane si trova frustrato nell'impossibilità di realizzare interventi più ambiziosi per assemblare la rosa dei giocatori in vista della nuova stagione MLB. È pienamente consapevole che una piccola squadra come la sua, con un budget limitato, non può costituire un avversario temibile per i colossi della East Coast, come i Boston Red Sox o i New York Yankees.
Ecco che arriva l'illuminazione: si lascia convincere ad applicare metodologie di analisi matematica per individuare gli atleti più idonei, scontrandosi inevitabilmente con lo scetticismo degli scout veterani da anni al servizio degli Athletics. Questa rappresenta in sintesi la storia su cui si concentra "L'arte di vincere - Moneyball".
Come è partita la sfida di Billy Beane
Ci troviamo alla conclusione della stagione 2001 della Major League Baseball. Billy Beane non ha ancora elaborato la drammatica sconfitta della sua squadra nei playoff MLB dell'anno precedente e si trova nuovamente di fronte a una sfida titanica: ricostruire completamente gli Oakland Athletics con un budget estremamente ridotto rispetto ai club ricchi.

Entra in scena Peter Brand, un giovane economista laureato Yale, interpretato da Jonah Hill, che propone a Beane di utilizzare un sistema di valutazione giocatori basato su sofisticate analisi statistiche, piuttosto che sulle intuizioni tradizionali degli scout. Questo metodo, conosciuto appunto come "sabermetrics", si concentra su statistiche baseball come l'On-base Percentage (OBP) e lo slugging percentage, anziché sugli indicatori convenzionali come la media delle battute.
Consapevole dell'impossibilità di competere finanziariamente con le grandi squadre, Beane decide di adottare questo approccio rivoluzionario per individuare e reclutare i giocatori. L'aspetto che genera maggiore scetticismo tra gli scout degli Athletics è che tra i selezionati dal duo Beane-Brand figurano giocatori di seconda categoria, scartati dalla maggioranza dei club del campionato, spesso perché considerati ormai finiti o privi delle caratteristiche necessarie per competere nella MLB.
La loro missione consiste nel costruire una squadra vincente sfruttando ottimamente le risorse disponibili, dimostrando che è possibile ottenere successo anche con un budget limitato.
Difficoltà e conflitti di un visionario
La vera storia rivela che gli Athletics erano svantaggiati rispetto a franchigie più potenti come Yankees e Red Sox, poiché il mercato delle grandi città rende intrinsecamente le squadre più attraenti per le star. Pensando completamente fuori dagli schemi, Billy Beane introduce queste nuove idee nella stagione di baseball 2002: invece di investire enormi quantità di denaro per ingaggiare giocatori famosi, gli Athletics optano per un approccio più economico, selezionando atleti spesso trascurati o sottovalutati dalle altre squadre.

Sebbene non riescano a vincere le World Series, questo metodo ha permesso agli sfavoriti Athletics di raggiungere i playoff della Major League Baseball, dopo aver realizzato un'incredibile striscia vincente di 20 partite consecutive con l'aiuto di giocatori come Scott Hatteberg (Chris Pratt) e David Justice (Stephen Bishop). Inizialmente la rivoluzione attuata da Beane e Brand, però, non aveva prodotto i risultati sperati: gli Athletics collezionano sconfitta dopo sconfitta. La visione progressista dei due li porta ad affrontare una resistenza significativa, sia all'interno degli Oakland Athletics, dove le mentalità tradizionali faticano ad adattarsi ai cambiamenti, sia da parte dei media sportivi e dei tifosi, abituati a un modo di interpretare il baseball più convenzionale.
Nonostante le sfide e le critiche, Beane rimane saldo nella sua convinzione che un approccio basato sull'analisi avanzata dei dati e delle statistiche possa rivoluzionare completamente il modo di costruire una squadra competitiva. Riesce a reclutare giocatori sottovalutati ma estremamente efficienti, creando una formazione capace di competere ad alti livelli nonostante le limitate risorse economiche a disposizione. "Moneyball" esplora temi fondamentali come l'innovazione, la sfida alle convenzioni e il potere delle nuove tecnologie nell'ambito sportivo, catturando l'immaginazione degli spettatori e diventando un classico del cinema sportivo.
Il tema principale è il conflitto tra innovazione e tradizione, tra il cambiamento radicale portato dalle statistiche avanzate e l'approccio consolidato per il reclutamento dei giocatori. Beane incarna il desiderio di rompere definitivamente con il passato e di abbracciare nuovi metodi di scouting e di gestione della squadra, basati su un'analisi approfondita dei dati e delle prestazioni degli atleti.
La base narrativa e i personaggi
Il film presenta la stessa trama di base del libro che ha venduto milioni di copie. Gli Oakland A's, una squadra di piccole dimensioni con un proprietario parsimonioso, dovevano trovare un modo per rimanere competitivi dopo la stagione 2001. La squadra stava per perdere tre dei suoi giocatori più importanti (Jason Giambi, Johnny Damon e Jason Isringhausen) per la libera uscita (rispettivamente verso Yankees, Red Sox e Cardinals) e il proprietario non avrebbe fornito il denaro necessario per ingaggiare dei sostituti all'altezza.
Il general manager degli A's, Billy Beane, si reca a Cleveland per discutere di uno scambio per il lanciatore Ricardo Rincon e scopre che il GM di Cleveland Mark Shapiro presta molta attenzione alle opinioni di un corpulento laureato di Yale del suo staff (Peter Brand). Dopo l'incontro, Beane intercetta il giovane nel parcheggio e gli chiede di rivelare il suo approccio alla valutazione dei giocatori di baseball.

Un entusiasta Beane assume Brand e adotta una strategia unica per assemblare una squadra vincente basata sulla filosofia del promettente laureato di Yale. Il personaggio di Brand è basato sul vero Paul DePodesta, che, al contrario dell'attore, era alto e snello e laureato ad Harvard. Una volta visto ciò che la sceneggiatura aveva fatto del suo personaggio, tuttavia DePodesta non concesse il permesso di utilizzare il suo nome per il film.
I principi della Sabermetrics
Uno dei principi fondamentali dell'approccio non convenzionale adottato dagli Athletics è che le squadre prestano troppa attenzione alla media battuta (BA) di un battitore e non abbastanza alla percentuale di basi (OBP) di un giocatore. Concentrandosi sull'OBP, gli A's potevano identificare i giocatori sottovalutati e assemblare una squadra vincente a basso costo.
Questa è l'idea di inefficienza del mercato. Gli attori del mercato prendono decisioni basate su informazioni incomplete o errate, il che significa che alcuni fattori di produzione - i giocatori in questo caso - vengono sistematicamente pagati più e altri meno di quanto valgano realmente.
Il concetto Moneyball ha avuto sia successi che limitazioni nel corso degli anni. Altre squadre hanno adottato questo approccio, riducendo il vantaggio iniziale di Oakland. Ad esempio, i Boston Red Sox, una prestigiosa squadra a lungo senza vittorie, hanno assunto Theo Epstein che, utilizzando il metodo Moneyball con un budget più ampio, ha contribuito a far vincere le World Series nel 2004 e altri titoli.
Molte altre squadre della MLB hanno seguito questa filosofia, assumendo personale esperto. Anche i Tampa Bay Rays, grazie all'approccio Moneyball, hanno vinto il campionato nel 2008. Nel 2012, perfino gli stessi Oakland Athletics hanno sorpreso tutti conquistando il loro titolo di divisione, riaccendendo il dibattito sull'efficacia del Moneyball.
Gli eventi drammatici e le licenze artistiche
Torniamo alle dinamiche narrative del film. Uno degli eventi più drammatici si presenta quando Billy Beane entra nello spogliatoio della squadra dopo una sconfitta e vede i giocatori ballare a ritmo di musica, guidati dall'esterno Jeremy Giambi. La mattina dopo Beane arriva in ufficio e, contro il parere del suo consulente Peter Brand, in un impeto di rabbia effettua due scambi: manda Jeremy Giambi a Philadelphia per John Mabry e cede il prima base degli Athletics Carlos Peña con i Detroit Tigers in cambio di denaro.
Secondo la sceneggiatura, dopo gli scambi l'umore nel club cambia e gli Athletics diventano improvvisamente una squadra vincente. Lo scambio di Giambi avviene il 22 maggio e la svolta si verifica dopo la sconfitta della squadra contro gli Orioles, 11 a 3, il 23 maggio. A quel punto il record degli Athletics era di 20 vittorie e 26 sconfitte. Dopo la sconfitta del 23 maggio, gli Athletics vincono cinque partite consecutive e 24 delle 29 successive.
Benché "Moneyball" si basi principalmente su eventi reali, alcuni elementi della storia vera sono stati omessi per sostenere la narrazione incentrata su Billy Beane. Il film enfatizza l'ingegnosità delle sue azioni e la sua capacità di individuare i talenti, tralasciando diversi personaggi e verità che contrastano con questo filo conduttore.

Ad esempio, le relazioni antagoniste che Beane intrattiene con lo staff tecnico, soprattutto con il capo allenatore Art Howe (Philip Seymour Hoffman) e il dipartimento di scouting non erano così pronunciate nella vita reale, e gli Athletics avevano anche diversi giocatori che non erano stati selezionati attraverso il sistema Moneyball, ma non compaiono nella pellicola. Di minore importanza, vanno menzionate alcune altre questioni di licenza artistica nel film. Il frugale proprietario degli Athletics, Steve Schott, aveva effettivamente acquistato la squadra dall'eredità di Walter Haas nel 1995 e aveva imposto un budget limitato fin dall'inizio. L'imperativo di costruire una squadra vincente con un budget ridotto, quindi, non era iniziato nel 2002.
Ma ci sono anche altri peccati di omissione, di cui forse il più evidente è stata la completa esclusione dal film di Sandy Alderson, già GM (General Manager) degli Oakland A's dal 1983 al 1997. Era stato lui ad assumere Billy Beane e a nominarlo suo assistente GM nel 1993. Cosa ancora più importante, proprio Alderson aveva introdotto la sabermetrica nell'organizzazione degli A's a metà degli anni '80 e lo stesso Beane a metà degli anni '90.
Un altro aspetto importante è che l'uso di iperboli è stato necessario per l'effetto cinematografico. Paul DePodesta ha riflettuto sul film descrivendo il rapporto effettivo tra gli analisti delle statistiche e gli scout tradizionali: "Penso che sia esagerato. Sicuramente ci sono stati dibattiti animati in diversi momenti all'interno del club, ma sono sempre stati molto rispettosi, con tutti in gran parte della stessa opinione."
Il finale romanzato
Tralasciando considerazioni matematico-statistiche, vediamo un'altra situazione del film che non rispetta la realtà dei fatti. Siamo verso la conclusione, in uno dei momenti più drammatici, quando il protagonista vola a Boston per incontrare il proprietario dei Red Sox John Henry al Fenway Park, ricevendo da lui un'offerta di lavoro: nel film veniamo informati che l'offerta era di 12,5 milioni di dollari e Beane decide di non accettarla.
Nella vita reale, Beane volò dalla riunione dei proprietari in Arizona per incontrare John Henry nella sua casa invernale di Boca Raton, in Florida, poi tornò alla riunione e infine rientrò a Oakland per riflettere sull'offerta di Henry (che, per la precisione, era di 2,5 milioni di dollari all'anno per cinque anni). Il giorno dopo Beane chiamò Henry e accettò. Le bottiglie di champagne furono stappate da entrambe le parti della linea telefonica.

L'unica questione che rimaneva da risolvere era l'accordo sul compenso che i Red Sox avrebbero dovuto versare agli A's per la potenziale perdita di Beane. Henry attese una telefonata il giorno successivo da parte di Beane per definire il compenso. Nessuna telefonata arrivò e Henry cercò invano di contattare Beane. Alla fine Henry chiamò Steve Schott (il proprietario degli A's), che disse a Henry che non pensava che Beane sarebbe andato a Boston. Più tardi Beane chiamò finalmente Henry e gli confermò che sarebbe rimasto a Oakland.
L'impatto e l'eredità del Moneyball
In definitiva, sia il film che il libro dimostrano che gli A's, per la caparbietà di Beane, hanno attuato questa filosofia rivoluzionaria. La strategia ha effettivamente funzionato, tanto che, come accennato, la squadra ha raggiunto il record di venti partite consecutive nella American League e ha conquistato il titolo della AL Western Division nel 2002.
L'argomento centrale di Lewis è che gli A's, grazie all'applicazione sistematica di una nuova analisi statistica, sono stati in grado di produrre una squadra vincente nonostante provenissero da un piccolo mercato e avessero un budget sottodimensionato. Un argomento collaterale è che l'analisi di base derivava dal lavoro di Bill James e che l'ampio uso delle tecniche analitiche per valutare le prestazioni dei giocatori e la strategia di gioco era nuovo per il baseball.
Le "nuove" metriche jamesiane, pur non essendo nuove né nella concezione né nell'applicazione, sono effettivamente importanti, ma non spiegano completamente il successo sul campo degli A's nei primi anni 2000. Detto questo, gli A's sono stati un leader del settore nell'adozione di nuove metriche e nell'identificazione delle inefficienze del mercato, e una parte della loro forte performance sotto Billy Beane può essere legata a questi fattori.
Considerazioni finali
A parte questi elementi fuorvianti, il film, pur con alcune semplificazioni e l'aggiunta di qualche dramma familiare (Beane deve bilanciare il proprio futuro professionale con la condizione di padre separato di una figlia adolescente), è fedele al libro di Michael Lewis. Tuttavia, entrambi soffrono di un travisamento fondamentale di ciò che accadde realmente a Oakland e del suo rapporto con i principi del Moneyball.

Ad ogni modo il film rappresenta magistralmente il conflitto tra innovazione e tradizione nel mondo dello sport, mostrando come l'applicazione intelligente della tecnologia e dell'analisi dei dati possa rivoluzionare settori apparentemente consolidati. La pellicola non è solo una storia di baseball, ma una metafora più ampia su come il pensiero critico e l'approccio scientifico possano sfidare con successo le convenzioni stabilite.
Un'approfondita analisi dell'esperienza sabermetrica di Beane con gli A's si può ricavare dalla lettura di "The Sabermetrics Revolution" (2013) di Benjamin Baumer e Andrew Zimbalist, che confronta il film, ma anche l'omonimo libro di Michael Lewis, con gli avvenimenti reali, offrendo una prospettiva più completa e accurata di questa rivoluzione sportiva che ha cambiato per sempre il volto del baseball americano.
La filosofia del Moneyball continua a influenzare non solo il mondo del baseball, ma anche altri sport e settori business, dimostrando il potere trasformativo dell'analisi statistica applicata strategicamente. La storia di Billy Beane e degli Oakland Athletics rimane un esempio ispiratore di come l'innovazione, la determinazione e il pensiero fuori dagli schemi possano livellare il campo di gioco anche quando le risorse sono limitate.
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