CARY GRANT IN MARCIA PER LE STRADE DI TOKYO
- maximminelli
- 22 set
- Tempo di lettura: 4 min

Tokyo e l´atletica leggera: un binomio immortalato anche dal cinema
Dopo una settimana di gare, ieri si è conclusa a Tokyo l´edizione numero 20 dei Campionati Mondiali di Atletica Leggera nello stesso Stadio Nazionale ricostruito in occasione delle Olimpiadi 2020, rinviate al 2021 a causa della pandemia del Covid. La capitale giapponese ha così ospitato per la seconda volta la massima competizione dell´atletica leggera: la prima fu nel 1991.
Anche i giochi del 2021 furono un remake delle storiche Olimpiadi del 1964: è impossibile non ripensare alla magica atmosfera che la capitale giapponese seppe creare 60 anni fa. Si era nel pieno della guerra fredda, della contrapposizione dei blocchi: eppure non vi furono boicottaggi o esclusioni, tutti i paesi furono invitati a partecipare, al contrario dei mondiali terminati ieri. Tempi strani quelli che viviamo.
Dal punto di vista cinematografico quella particolare atmosfera di coesistenza pacifica fu rievocato due anni dopo in una delle commedie più gradevoli del cinema americano degli anni Sessanta: "Walk, Don't Run" (titolo italiano: "Cammina, non correre"), l'ultimo film di Cary Grant.
Finale di carriera per una leggenda del cinema

"Cammina, non correre" del 1966, diretto da Charles Walters, rappresenta molto più di una semplice commedia romantica. Nel panorama cinematografico degli anni '60, pochi film hanno saputo catturare l'essenza delle Olimpiadi di Tokyo 1964 come questa pellicola. Come accennato, si tratta dell´apparizione finale di Cary Grant, che a 62 anni scelse questo film per salutare definitivamente il grande schermo. Dopo, infatti, il celebre attore inglese si sarebbe ritirato dalle scene per dedicarsi esclusivamente alla famiglia.
L'elegante Grant interpreta Sir William Rutland, un raffinato businessman britannico arrivato in Giappone per regolare contratti commerciali con una ditta locale. Verrà intrappolato da una serie di divertenti contrattempi, in gran parte provocati dalla situazione d'emergenza in cui viveva la città alle prese con gli imminenti Giochi Olimpici.
Accanto a Grant, Jim Hutton (padre del futuro premio Oscar Timothy Hutton) offre una performance convincente nel ruolo di Steve Davis, un giovane architetto, giunto in Giappone al seguito della delegazione olimpica statunitense, di cui fa parte come marciatore, determinato a conquistare l'oro olimpico nella 50 chilometri, la distanza più lunga di questa specialità.
Il personaggio di Hutton rappresenta l'archetipo dell'atleta americano degli anni '60: giovane, ambizioso e dedito completamente al suo sport. La sua interpretazione mostra la dedizione e la disciplina necessarie per competere ai massimi livelli internazionali, evolvendosi durante il film da giovane focalizzato esclusivamente sulla vittoria a uomo più maturo che comprende l'importanza delle relazioni umane.
La scena indimenticabile: Grant in boxer per le strade di Tokyo

La marcia olimpica, disciplina atletica che richiede tecnica impeccabile e resistenza mentale, diventa il fulcro narrativo del film e il pretesto per esplorare temi di perseveranza e determinazione. Attraverso questo sport, apparentemente meno spettacolare di altri, il regista Walters riesce a trasmettere valori profondi perfettamente in linea con il messaggio olimpico di superamento dei propri limiti.
Il momento più memorabile e divertente di "Cammina, non correre" rimane la sequenza in cui Cary Grant, vestito soltanto di boxer e maglietta, si improvvisa atleta e accompagna Jim Hutton durante la sua gara olimpica di marcia per le strade di Tokyo, per convincerlo di aprire il suo cuore a Christine (Samantha Eggar), la protagonista femminile. Questa scena, a prima vista comica, rappresenta il culmine emotivo del film e simboleggia il sostegno incondizionato che l'esperienza può offrire alla gioventù.

La gara di marcia olimpica diventa così non solo un evento sportivo, ma una metafora della vita stessa: un percorso che richiede pazienza, tecnica e soprattutto la capacità di "camminare senza correre", come suggerisce il titolo del film. Grant, nonostante l'abbigliamento poco ortodosso, mantiene la sua naturale ed eleganza, dimostrando ancora una volta con il suo inconfondibile aplomb un´eccezionale presenza scenica.
L'interpretazione di Cary Grant in questo suo ultimo film dimostra la sua capacità di evolversi artisticamente fino al termine della carriera. La perfetta armonia con Jim Hutton crea una dinamica intergenerazionale che arricchisce la narrazione.
Tokyo 1964: quando lo sport unì il mondo diviso dalla Guerra Fredda

La Tokyo del 1964 era una città in rapidissima trasformazione: grattacieli moderni si ergevano accanto a templi tradizionali, mentre la costruzione di infrastrutture olimpiche all'avanguardia dimostrava la capacità giapponese di coniugare tradizione e innovazione. Charles Walters e il suo team di produzione seppero cogliere questa dualità, utilizzando location autentiche che mostrano sia l'antico fascino del Giappone sia la sua spinta verso la modernità.
Il film riesce a catturare (a posteriori) l'eccitazione e l'orgoglio nazionale giapponese per questo evento storico. Le scene ambientate negli impianti olimpici e per le strade di Tokyo offrono una testimonianza preziosa di come la città si presentava al mondo in quel momento storico, quando lo sport rappresentava uno dei pochi terreni dove Est e Ovest, nonostante le tensioni geopolitiche, potevano incontrarsi e competere lealmente.
La brillante colonna sonora di Quincy Jones

Elemento spesso trascurato ma fondamentale per il successo del film è la colonna sonora composta da Quincy Jones. Il maestro americano creò una soundtrack brillante, nello stile delle commedie del tempo, arricchita da suggestivi elementi orientaleggianti che si sposano perfettamente con l'ambientazione giapponese. La musica orchestrale di Jones contribuisce significativamente a creare l'atmosfera cosmopolita e ottimista che pervade tutto il film, accompagnando con eleganza sia i momenti comici che quelli più emotivi.
Tecnica cinematografica e realismo documentaristico
Dal punto di vista tecnico, "Cammina, non correre" beneficia dell'esperienza di Charles Walters, regista veterano e della fotografia di Harry Stradling Sr. (premio Oscar per „My Fair Lady“), che cattura brillantemente i contrasti cromatici tra i costumi occidentali dei protagonisti e i paesaggi giapponesi, creando un'estetica visiva che enfatizza il tema del confronto culturale.

Le riprese in luoghi autentici a Tokyo conferiscono al film un realismo documentaristico che si sposa perfettamente con la natura di commedia romantica della storia. L'uso sapiente di panoramiche della città e degli impianti olimpici crea un senso di vastità e importanza storica che eleva la narrazione oltre la semplice commedia.
La leggerezza del marciatore olimpico
"Cammina, non correre" è capace, quindi, di combinare commedia romantica, documento storico e riflessione culturale. L'ultimo film di Cary Grant può essere considerato un ponte tra l'età dorata di Hollywood, incarnata dalla leggenda britannica, e il cinema moderno. Al tempo stesso la scena della marcia di Grant accanto a Jim Hutton è un modo per rappresentare in modo leggero e ironico la durezza di una disciplina estremamente impegnativa come la marcia.









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